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venerdì 30 ottobre 2009

La danza dei vivi in ricordo dei morti: Ad mortem festinamus. Quando Halloween è cattolico.



La "danza macabra" è un modo tipicamente post-trecentesco di celebrare popolarmente la morte scampata, il ricordo di chi c'è incappato, e l'inevitabilità di incontrarla nel prossimo futuro.
L'unica canzone popolare che ci è giunta dal medioevo su questo tema è "Ad mortem festinemus" (ci affrettiamo verso la morte), di cui sono sopravvissuti all'oblio del tempo sia la musica che il testo.
Questa canzone è adatta alla vigilia dei Santi e dei Morti, ed evoca la necessità di pensare al trapasso che tutti attende, il pentimento a cui tutti sono invitati, la beatitudine che spetta ai giustificati e le pene dei reprobi.
Il manoscritto che la contiene è il Libre Vermell che fu copiato verso la fine del XIV secolo (qui il testo completo). Inizialmente conteneva 172 fogli scritti sulle due facciate. Se ne sono perduti 35: dei 137 restanti, solo sette (fra il 21 e il 27) contengono musica. Non si supera dunque la dozzina di pagine di musica. Il nome del volume (libro rosso di Montserrat) deriva dal colore della copertina con cui fu rilegato nel XIX secolo.

Qui trovate il PDF con lo spartito in notazione moderna.

Qui trovate la discografia.

AD MORTEM FESTINAMUS


(Libre Vermell de Monserrat, 1399 circa)

Ritornello:
Ad morte festinamus
Peccare desistamus.

1-Scribere proposui
de contempu mundano
ut degentes seculi
non mulcentur in vano.
Iam est hora surgere
A sompno mortis pravo.

2-Vita brevis breviter
in brevi finietur
mors venit velociter
quae neminem veretur.
Omnia mors perimit
et nulli miseretur.

3-Ni conversus fueris
et sicut puer factus,
et vitam mutaveris
in meliores actus,
intrare non poteris
regnum Dei beatus.

4-Tuba cum sonuerit,
dies erit estrema
et iudex advenerit,
vocabit sempiterna
electos in patria
prescitos ad inferna.

5-Quam felices fuerint
qui cum Christo regnabunt,
facie ad faciem
sic eum spectabunt,
Sanctus, sanctus Dominus
Sabaoth conclamabunt.

6-Et quam tristes fuerint
qui eternae peribunt,
pene non deficient
nec propter has obibunt.
Heu, heu, miserissimi,
nunquam inde exibunt.

7-Cuncti reges seculi
et in mundo magnates
advertant et clerici
omnesque potestates:
fiant velut parvuli,
dimittant vanitates.

8-Heu frates carissimi,
si digne contempiemus
passionem Domini,
amara et si flemus,
ut pupillam oculi
servabit ne peccemus.

9-Alma Virgo Virginum,
in caelis coronata
apud tuum filium
sis nobis advocata.
Et post hoc exilium
occurrens mediata.

10-Vile cadaver eris:
cur non peccare vereris?
Cur intumescere quaeris?
Ut quid pecuniam quaeris?
Quid vestes pomposas geris?
Cur non paenitens confiteris?
Contra proximum non laeteris?



Danza macabra, chiesa di Clusone (1485)

I dipinti delle danze macabre costituiscono un genere di rappresentazione originaria della Germania, sorto verso la metà del sec. XIV. Molteplici esempi ce ne sono in tutta Italia. Circa il loro significato esistono varie interpretazioni: quella prevalente attribuisce al dipinto un significato essenzialmente religioso: vuole rendere familiare ai fedeli il pensiero della morte e ricordare la comune uguaglianza di fronte ad essa. Secondo altri la rappresentazione sarebbe l'espressione disatira pungente contro la corruzione, il fasto e la prepotenza delle classi privilegiate. Ma c'è infine chi vede nelle danze della morte un rimprovero per, pensate un po', le danze in chiesa (!) considerate profane e che invece, nel primo Medioevo, erano in uso nelle chiese e sui sagrati, come testimoniano i numerosi divieti di cui si trovano i documenti (e qui si vede che la danza liturgica è combattuta da parecchio, ma dura a lasciare il campo).

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