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venerdì 9 gennaio 2009

Il Metropolita Kirill di Russia e la posizione della chiesa sulla tradizione

Il battagliero blog Messainlatino riporta il dispaccio dell'agenzia Russa Interfax con l'intervista del Metropolita Kirill, che spiega l'atteggiamento della Chiesa Russa riguardo tradizione e innovazione. Mi pare che, su questo, la comunione con la Chiesa di Roma sia perfetta. Sicuramente nelle intenzioni, anche se la pratica a volte prende altre strade.

Riprendo la traduzione con qualche mio ritocco:

«Io mi oppongo fortemente a qualsiasi riforma nella Chiesa. Anzi, penso che nessuno dei 145 arcivescovi che potrebbero essere eletti come nuovo Patriarca abbia aspirazioni di riforma».

La Russia ha imparato due volte «la necessità di rispettosa attenzione alle tradizioni, specie alle tradizioni ecclesiali». «La prima lezione fu lo scisma dei Vecchi credenti. La nostra seconda lezione è consistita nelle note innovazioni degli anni Venti. Entrambe gli eventi causarono agitazione e divisero il popolo, ma nessuno dei due raggiunse gli scopi proposti dai riformatori».

«Le riforme della Chiesa non possono raggiungere i loro scopi se non sono radicate nella vita delle persone» - ha ribadito il Metropolita.

La nostra Chiesa è solida nella sua capacità di preservare il credo e l’incontaminato paradigma morale, nonché di trasmetterli da una generazione all’altra.

La Chiesa è conservatrice per natura, poiché mantiene la fede apostolica. Se vogliamo trasmettere la fede da una generazione all’altra per secoli, la fede deve restare intatta. Ogni riforma che danneggi la fede, le tradizioni e i valori è chiamata eresia.

Al tempo stesso, dice il Metropolita Kirill, riforme secolarizzanti che indeboliscono le tradizioni di “valori teologici e morali” sono pericolose per il paese. «La vita ha mostrato che la Russia accetta idee che non spezzano la sua spina dorsale. Il popolo ha rigettato ogni cosa suggerita negli anni ‘90 come una forma di progetto intellettualistico».


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