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mercoledì 9 luglio 2008

Anglo-cattolici in fuga verso Roma in massa?
Personali riflessioni


Da un paio di giorni si rincorrono voci di notizie allarmanti, secondo cui, dopo il voto sulle donne-vescovo, molti preti, laici, e anche due vescovi sono già pronti a chiedere a Roma di essere accolti "corporativamente", cioè non uno alla volta, come singole conversioni, ma parrochie intere.

I due vescovi in questione sono i cosiddetti "flying bishops", Andrew Burnham e Keith Newton i due vescovi della provincia di Canterbury che fino ad ora hanno provveduto alle parrocchie che non accettavano donne-prete.

L'informatissimo Damian Thompson del Telegraph, ci assicura che essi chiederanno un "gesto magnanimo" a Papa Benedetto e alla Gerarchia cattolica inglese per un ritorno di massa degli anglicani tradizionalisti, ormai delusi dalla loro chiesa.

A me personalemente sembra un po' rapida la cosa. Primo perchè fino al 2014 sarà improbabile che verranno di fatto ordinate vescovesse. Secondo perchè i decreti di un Sinodo Generale della chiesa d'Inghilterra, essendo questa "chiesa di stato" devono passare prima per la ratifica del Parlamento (sì, avete capito bene, devono diventare leggi dello stato, con tanto di firma della Regina regnante). Terzo il prossimo Sinodo (che si tiene tra cinque anni) dovrà approvare tutta la legislazione e i provvedimenti (il codice di comportamento per proteggere gli obiettori) che non saranno abbozzati prim del 2009.

Nel frattempo, come altri suggeriscono, gli anglo cattolici da una parte e gli anglo evangelici dall'altra sono pronti a una santa alleanza per una vera e propria crociata contro i liberali, veri padroni dell'anglicanesimo euro-atlantico, ma minoranza in quello afro-asiatico e sudamericano.

Non dimentichiamo che, a parte i drammi della chiesa inglese, tra pochi giorni si apre la decennale Conferenza di Lambeth, cioè l'incontro di tutti i primati e maggiori vescovi della intera comunione anglicana. Invitati sono circa 900, ma già 300 hanno detto che non parteciperanno per protesta. Protestano contro una comunione in cui ormai ogni chiesa va per conto suo, dove c'è chi ordina donne vescovo e chi no, chi vescovi gay conviventi, e chi non ne vuole neanche sentir parlare, dove c'è chi vuole rimanere attaccato alla Bibbia e alla tradizione, e chi invece dice che bisogna essere al passo coi tempi...

Non solo la chiesa in inghilterra è alla frutta, ma tutto l'esperimento della comunione anglicana è in crisi. Una chiesa tenuta insieme dal vincolo linguistico dell'inglese, una chiesa che si è diffusa sulle ali del colonialismo, ma che non resiste alla globalizzazione.

Così se da una parte sarebbe bello che tutti gli anglo cattolici tornassero subito a Roma, sarebbe anche più bello che rimanessero a lottare insieme ai fratelli evangelici, per la salvezza di un ben più gran numero di poveri cristiani, ormai in balia di vescovi che non hanno nessun diritto a questo nome. Attendiamo e vediamo gli sviluppi.

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